Allocuzione, 19 marzo 1938
«Il Santo Padre ha rilevato che... graditissima...
era la visita di quei diletti figli che coincideva, ottimo auspicio, con la
festa di San Giuseppe. Ad essi, capi di nuove famiglie, deve essere
particolarmente caro questo capo della Famiglia Divina senza altre aggiunte,
perché tale veramente è quella Famiglia nella quale era la divinità di Nostro
Signore Gesù Cristo, affidata proprio alle cure di San Giuseppe e alla purezza
immensa ed incomparabile di Maria Santissima...
L’Augusto Pontefice non poteva fare a quei figli
augurio più vero, ricco, promettente di ogni grazia e prosperità di quello che
formulava pregando che quelle famiglie somigliassero alla famiglia nella quale
sedeva, proprio con autorità di padre, San Giuseppe benedetto; e che questo
protettore della famiglia alla quale appartennero Maria e Gesù, sia anche il
grande protettore delle loro; che, con la sua paterna Provvidenza e con la sua
onnipotente intercessione, egli sia sempre di aiuto alle loro famiglie ed a
loro stessi.
Si suol dire ed osservare questa parola «onnipotente» dell’intercessione
di Maria Santissima, ma il Santo Padre osava dire che, prima ancora, bisogna
applicarla a San Giuseppe.
È vero: l’intercessione di Maria è intercessione
della madre, e quindi non si può veder che cosa il Divin Figliuolo possa negare
ad una tale madre; ma la intercessione di San Giuseppe è l’intercessione dello
sposo, del padre putativo, del capo di casa della famiglia di Nazaret, che era
composta da Lui, da Maria e da Gesù. E capo di casa era proprio San Giuseppe:
perciò questa intercessione non può a meno di essere onnipotente, perché che
cosa possono negare a lui, a San Giuseppe, Gesù e Maria ai quali egli ha
consacrato letteralmente tutta la sua vita, e che realmente gli devono i mezzi
della loro esistenza terrena?».
Pio XI